“Grazie a mia moglie, questo titolo è dedicato a lei”: era commosso Sylvain Guintoli quando è sceso dalla moto a Doha, Qatar. Il francese non era il candidato sul quale in molti avrebbero puntato per la conquista del
titolo SBK. Nemmeno in
Aprilia. Lui, 32 anni, mai vinto niente, come poteva diventare campione contro un fuoriclasse come
Marco Melandri, scomodo compagno di squadra e vero cavallo sul quale aveva puntato l’Aprilia? E come poteva battere
Tom Sykes, campione in carica, pilota lucido e determinato?
Eppure alla fine
Guintoli ce l’ha fatta. Questo ragazzo discreto che gira i circuiti con la famiglia sempre al seguito, alla fine ha vinto da solo, senza aiuti. Con due gare perfette.
“Ma perché non ho guidato così prima” ha detto.
Con lui ci sono sempre la bellissima moglie
Caroline e i suoi
4 bambini, tre femmine e un maschietto, che a Doha erano vestiti come figurini.
“Loro sono la mia forza - ha spiegato
Sylvain, commosso -
ho pianto per tutto l’ultimo giro. Questo titolo è per mia moglie, che ha sopportato il mio stress, che mi ha dato calma e tranquillità”.
La bella Caroline dal canto suo ha passato il tempo delle due gare a piangere nel box. E alla fine ha abbracciato la moglie di
Tom Sykes, il campione uscente, e con loro c’erano anche i bambini. Insomma, una gran bella scena quella che ha concluso il mondiale Superbike 2014.