CIV SBK, Michele Pirro: "Si vince col duro lavoro, il talento non basta"

CIV SBK, Michele Pirro: "Si vince col duro lavoro, il talento non basta"© GpAgency

Dopo il decimo titolo, il 38enne è sempre più nella storia della serie tricolore: "Vincere non è mai facile". E lancia un messaggio ai giovani

03.09.2024 ( Aggiornata il 03.09.2024 14:12 )

Utilizzando il gergo calcistico, potremmo dire che Michele Pirro ha messo la stella sul petto. Il pilota pugliese ha raggiunto infatti il traguardo del decimo titolo italiano, tanto inseguito e finalmente centrato al termine di Gara 2 del CIV SBK al Mugello.

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Michele Pirro "suona" la decima


L’alfiere Barni Spark Racing Team ha dominato la classe regina tricolore, cogliendo sette successi in dieci manche disputate (manca ancora Imola all’appello) nonostante l’agguerrita concorrenza di Alessandro Delbianco e Luca Bernardi, due rivali giovani e altrettanto affamati. “Ormai sto diventando vecchio, ma mi sento di poter dire che questo appena ottenuto sia stato l'ultimo titolo del giovane Michele Pirro” ha spiegato il 38enne a margine del weekend toscano. “Dall’anno prossimo ci sarà una versione più anziana di me, anche perché ormai ho quasi quarant'anni e lotto contro piloti davvero talentuosi come Luca e Alessandro – ha detto il #51, esaltando le doti dei due colleghi – loro sono ormai specialisti della categoria e meritano davvero quanto prima una chance importante nel Mondiale, dove potrebbero dimostrare ulteriormente il loro talento”. Velocità, costanza, tanta voglia di lavorare: sono questi gli ingredienti del successo di Pirro, che quest’anno ha dimostrato di avere ancora gli stimoli di un ragazzino. “Chi guarda le gare da fuori può pensare che sia facile vincere, quando accade spesso, ma non è così. Ed è grazie ad avversari come Bernardi e Delbianco che questi titoli italiani hanno grande valore”.

Michele fa parte adesso del terzetto capace di raggiungere la doppia cifra nel Campionato Italiano Velocità assieme a Giacomo Agostini e Tarquinio Provini, ma più che pensare al futuro si concentra già sul lavoro da tester Ducati: “Ora che ho vinto questo decimo titolo, che sembrava qualcosa di irraggiungibile, posso concentrarmi al 100% sullo sviluppo della Ducati MotoGP, ma presto penserò anche all'anno prossimo. Sarebbe bello continuare a correre nel CIV e provare a raggiungere gli undici titoli di Provini, ma al momento credo che se dicessi a Marco Barnabò di voler correre qui anche nel 2025 gli verrebbe un colpo (ride, ndr)”.

La corona tricolore appena conquistata ha scacciato via il ricordo del 2023, stagione conclusasi in favore di Lorenzo Zanetti nell’incredibile finale di Imola:L’anno scorso ho perso io, non ha vinto Zanetti, perché ho commesso qualche errore. Nel 2023, lui è stato sempre costante, come quest’anno nell’IDM, è stato bravo. Come velocità io ero superiore, ma le gare sono così. Quest’anno è andata meglio – ha voluto sottolineare il dieci volte titolato, che in questa stagione non ha potuto sfidare il campione uscente, passato al campionato tedesco – non ho avuto la possibilità di prendermi la rivincita contro di lui? Lorenzo si è autoescluso: le immagini di quell’incidente sono evidenti e i risultati della telemetria pure. Ma dopo l’infortunio, non ho mai pensato a mollare. Se tornerà l’anno prossimo, sfiderà il Pirro vecchio”.

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Michele Pirro: il messaggio ai giovani


I numeri di Pirro al CIV sono più che mai da capogiro - 200 podi (169 SBK, 21 STK, 10 SS600) e 117 vittorie totali (103 SBK, 11 STK, 3 SS600) – ma il pilota di San Giovanni Rotondo non ci pensa: “Metto da parte le statistiche. La gente pensa che io vinco perché ho il pacchetto migliore, ma voglio che i giovani capiscano che questi risultati sono frutto della determinazione. Non è tutto facile, non basta avere la moto migliore: bisogna lavorare tutto l’anno, non solamente 5-6 mesi, e fare tanti sacrifici. Ho fatto la differenza grazie a questo. Poca gente fa strada senza applicazione: il solo talento non è sufficiente”.

A proposito di numeri, abbiamo fatto notare a Michele che lui è riuscito nell’impresa – seppure in un contesto nazionale e non iridato – solo sfiorata da Valentino Rossi e Tony Cairoli, ovvero raggiungere la doppia cifra. “Mi sarebbe vincere nove mondiali come loro – ha risposto con ironia il ducatista – aver centrato 10 titoli vuol dire che sono stato competitivo per tanti anni. Ho vinto in diverse categorie e poi sono cresciuto, adesso sono diventato papà e lo diventerò per la seconda volta a breve. Se l’anno prossimo sarò in pista, lo farò per divertirmi e dare il massimo come sempre: dopo quanto vissuto nel 2023 voglio godermi ogni situazione".

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