Fabio Levantini non ce l'ha fatta: è mancato nella notte di domenica 20 ottobre all'ospedale Careggi di Firenze, stroncato da un infarto. Si era sentito male il giorno prima, al Mugello, sulla griglia di partenza della gara del sabato della Supersport tricolore, dove assisteva il pilota Oppedisano. Ha accusato un improvviso malore ed è stato soccorso immediatamente, e portato in ospedale in elicottero. Ma non è servito a niente.
Fabio (nella foto con il pilota Simone Mazzola, sulla griglia di Vallelunga, nel 2010) era il cugino di Silvano Levantini, campione italiano della classe 125 SPI nel 1987 vice campione Italiano nel 1988 e nel 1989. La storia motociclistica della famiglia Levantini, del resto, comincia oltre sessanta anni fa, con il nonno Libero e i fratelli Ario e Romano che collaborarono con Ducati costruendo la prima modifica del Cucciolo 48: la famosissima testata Lario. Romano era anche un pilota di talento, che corse con i colori di Parilla, Beta e di Ducati.
Piloti anche i figli di Libero, Eugenio e Sergio: il primo ufficiale Rumi e il secondo poi meccanico e preparatore. I suoi figli sono Max e, appunto Fabio, che è improvvisamente mancato. Max ha corso con avversari del calibro di Fausto
Gresini, Ezio Gianola e Davide Tardozzi, ma sia per Max che per Fabio i sogni di passare al motomondiale svanirono nel momento che nessun sponsor sembrava essere interessato alla loro immagine. Negli anni 90 i due fratelli tornarono a misurarsi ancora in gara con Max Biaggi, Bruno Casanova, Pier Francesco Chili, ma negli ultimi anni Fabio si era dedicato esclusivamente all'attività di meccanico.
Alla famiglia Levantini, le condoglianze di Motosprint.