Rieletto con il 96% delle preferenze, Copioli vivrà la terza presidenza della Federazione con nuove sfide da affrontare
Giovanni Copioli è un motociclista vero. Conosce il mondo delle due ruote, sa cosa significhi indossare tuta, guanti, casco e stivali per mettersi alla guida e cercare nuove sfide e orizzonti da affrontare. Ed è proprio per questo che i suoi primi due mandati alla guida della FMI sono stati un successo: Copioli ha affrontato gli anni di presidenza mantenendo questo spirito, rendendo il più alto organo motociclistico nazionale maggiormente snello, giovane e al passo con i tempi, sempre più vicino ai motociclisti.
Il box del Direttore: una stagione da ricordare
Un’opera di rinnovamento, quella operata da Copioli, che continuerà almeno fino al 2028, in virtù di un consenso quasi plebiscitario ricevuto in occasione della settantaseiesima Assemblea nazionale ordinaria elettiva della Federazione Motociclistica Italiana svoltasi a Riccione lo scorso 15 dicembre, che lo ha riconfermato presidente per il terzo mandato consecutivo. 8138 preferenze ottenute già alla prima votazione, corrispondenti al 96,8% del totale: sono questi i numeri che hanno attestato la bontà del lavoro svolto da Copioli, che dal 2016 – anno della sua prima elezione – ha visto trionfare i rappresentanti del tricolore sui podi di tutto il Mondo e in ogni disciplina: dalla MotoGP alle derivate dalla serie, dal Trial al Cross passando per Enduro e Supermotard, e non soltanto. Attraversando anche momenti duri, come la pandemia del Covid-19, dal quale il movimento è uscito con slancio verso nuovi traguardi. Ma a livello sportivo, il secondo mandato dell’avvocato romagnolo è passato anche attraverso i ritiri dei monumenti Valentino Rossi e Antonio Cairoli: sembrava che senza i due nove volte campioni del Mondo non potesse più esistere nulla, e invece l’Italia ha proseguito il percorso fatto anche di successi. “Sono davvero molto emozionato per aver raggiunto questo risultato – ha commentato Copioli – il prossimo obiettivo sarà ancora quello di non fermarsi mai e guardare a sfide sempre nuove per far crescere ancora di più il motociclismo”.
Il sessantatreenne Copioli, che pochi giorni prima della sua rielezione aveva ricevuto un altro importante attestato (la conferma nel ruolo di vice presidente della Federazione internazionale), sa che per proseguire l’opera di rinnovamento servirà lavorare di squadra come accaduto negli ultimi otto anni. Un periodo in cui la FederMoto si è dimostrata vincente e virtuosa, perché tenere il bilancio in ordine permette di investire per il futuro e pianificare nuove vittorie. “Per questo sono profondamente soddisfatto anche per l’elezione del nuovo Consiglio federale, con il quale condividerò questo terzo mandato fatto di impegno intenso e di appassionato lavoro – ha proseguito il presidente – ringrazio ancora i tanti che hanno accordato la loro fiducia a me e a tutti i componenti. Mi sento onorato di poter rappresentare e guidare per altri quattro anni quella che per me è la grande famiglia della Federazione Motociclistica Italiana”.
A coadiuvare Copioli saranno i dieci membri del Consiglio federale: Giuseppe Bartolucci, Rocco Lopardo, Letizia Marchetti, Francesco Mezzasalma, Lorena Sangiorgi, Armando Sponga, Mario Volpe, Alessandro Maccioni, Francesca Nocera e Raffaele Prisco più Francesco Brandi, confermato presidente del Collegio dei Revisori dei Conti. Il tutto in una giornata in cui si è svolto anche il primo Consiglio del nuovo quadriennio, nel quale hanno ricevuto la nomina a vice presidente FMI Giuseppe Bartolucci (vicario) e Rocco Lopardo. Nell’occasione, il vice segretario generale vicario Giorgia Santini è stata nominata segretario generale FMI, carica che assumerà dal marzo prossimo.
Nell’ambito dell’Assemblea elettiva della FMI quest’anno ha avuto luogo anche “Moto d’Oro FMI”, prestigioso evento di premiazione che ha celebrato le imprese di uomini e donne del motociclismo italiano. Un riconoscimento di alto lignaggio, conferito a personalità altrettanto importanti: in primis Giacomo Agostini, che ha ricevuto la prima Moto d’Oro – il cui layout è stato realizzato dal designer dei campioni Aldo Drudi – direttamente dalle mani del presidente Copioli. “Ringrazio la Federazione, sono davvero felice di ritirare questo premio proprio qui a Riccione, dove ho tanti tifosi” le parole del 15 volte campione del Mondo, che non ha perso l’occasione per guardare al futuro della MotoGP. “Il 2025 sarà certamente un anno di sfide fantastiche tra due grandi piloti come Pecco Bagnaia e Marc Marquez – il commento di Ago – a mio avviso avere due campioni nella stessa squadra è sempre positivo”. Opinione condivisa ovviamente da Davide Tardozzi, team manager della Ducati che ha ritirato il premio “Moto Ingenium” per conto della Casa di Borgo Panigale a cui spetterà, nella stagione alle porte, il compito di gestire 11 titoli mondiali nel box Lenovo. “Condivido questo premio con tutti coloro che lavorano in Ducati, in particolare chi opera dietro le quinte” ha spiegato Tardozzi, che ha celebrato un anno indimenticabile per la Rossa nella classe regina del Motomondiale, dove la Desmosedici ha vinto tutti i GP tranne quello di Austin (andato all’Aprilia).
Soddisfazioni a cui si è aggiunta la sfida nel Cross, con piloti del calibro di Antonio Cairoli e Alessandro Lupino, con quest’ultimo campione italiano MX1: “Gareggiare in tutte le competizioni più importanti, anche nell’off-road, è stata un’esperienza incredibile. Quest’anno abbiamo ottenuto risultati davvero rilevanti ma rimanere al top è sempre difficile, ci vuole un attimo a scivolare, e per non farlo dobbiamo mantenere il massimo rispetto per tutti i nostri avversari”.
I campioni del Mondo dell’Enduro Andrea Verona (iridato E2) e Manuel Verzeroli (Youth) hanno ricevuto invece il premio “Campione dell’anno”, mentre il Moto Club Bergamo è stato eletto “Moto Club dell’anno”. Tra i riconoscimenti assegnati nell’ambito della manifestazione spicca quello conferito a Filippo Rovelli, portacolori Pistard Racing e vincitore del premio “Fair Play”: saltando gli ultimi round del 2024, Rovelli ha permesso a Luca Salvadori di laurearsi campione postumo del National Trophy 1000.
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