Luca Salvadori, il papà Maurizio: "Barriere piazzate in maniera criminale. Ora mi impegno in una missione”

Luca Salvadori, il papà Maurizio: "Barriere piazzate in maniera criminale. Ora mi impegno in una missione”

Il padre del giovane youtuber e pilota morto in un incidente darà il suo contributo sul tema della sicurezza: “E' una scienza e non si può improvvisare"

Presente in

10.10.2024 ( Aggiornata il 10.10.2024 11:17 )

Sul canale Youtube di Luca Salvadori nella serata di ieri è apparso un video in cui il padre Maurizio parla a chi seguiva Luca, youtuber e pilota morto il 15 settembre dopo un incidente avvenuto nell’ultimo round dell’International Road Racing Championship, a Frohburg.

Il video comincia con un messaggio di ringraziamento per l’afflusso di gente che ha voluto salutare Luca per l’ultima volta: “Mi sento in dovere di ringraziare tutti voi per la partecipazione che Luca ha ricevuto, per le migliaia di messaggi, la maggior parte da sconosciuti, che sono arrivati e che sono stati di “conforto”. Questo mi ha aperto una visione diversa su quelli che sono i numeri. Prima tutti voi eravate un numero, grande, che decretava il successo di Luca. In realtà questi numeri rappresentano delle persone che formano una grande comunità. Una comunità che potrebbe essere definita anche una grande famiglia di gente perbene, che Luca – non so come – è riuscito a mettere insieme”.

La richiesta rivolta ai follower sull'eventuale pubblicazione di tre video


Il padre ha deciso di chiedere proprio a chi seguiva e ammirava il lavoro di Luca il loro parere per capire come procedere: “Mi trovo di fronte a delle scelte difficili. Da una parte c’è la valutazione dell’opportunità di farlo, da una parte ci sono la riservatezza e l’etica, ma c’è anche quella che dovrebbe essere interpretata come la volontà di Luca. Mi riferisco a tre video che non so se pubblicare: due sono già terminati da lui e un altro video è completo per metà. Rappresenta la gara che ha vinto a Cremona e che potrebbe essere terminato dalle persone che hanno sempre lavorato con lui con la vittoria nel National Trophy. Francamente non me la sento di decidere da solo su questa cosa, mi piacerebbe ricevere i vostri commenti per prendere una decisione definitiva. A parte questo ci sono altre iniziative da valutare se portare avanti. Mi riferisco all’attività sul canale. Sono scelte che non sono facili, ma su questi argomenti ci si potrà pensare con un minimo di tempo”.

"Le barriere di protezione predisposte in una maniera criminale"


Maurizio è poi tornato sull’incidente in cui il figlio ha perso la vita e ha dichiarato: “Molti di voi mi hanno chiesto come sia stato possibile un incidente del genere. Non ci sono immagini ufficiali, se non quelle che arrivano dalla moto di Luca e di quelle che seguivano. Ma c’è un’inchiesta in corsa e non sono per il momento utilizzabili. Io le ho viste e mi sento di dover parlare di un argomento delicato che è quello della sicurezza”.

Poi ha continuato: “Luca era perfettamente cosciente dei rischi che comportava correre queste gare e l’incidente con Didier Grams è una fatalità. Il contatto tra due moto a quella velocità, quando la moto che precede ha un high side è una fatalità, però mi sento di dire che le barriere di protezione fuori da quella curva sono state predisposte in una maniera criminale. Questa sarà la mia missione. Non sono il papà che cerca a tutti i costi un colpevole per la morte del figlio, ma il tema della sicurezza è un tema che dev’essere portato avanti. Ci sono rischi diversi tra correre in pista e correre in strada. Questo non toglie che chi organizza debba fare tutto il possibile secondo logica per garantire il massimo della sicurezza. La sicurezza è una scienza e non si può improvvisare. Porterò avanti questa missione con l’unico scopo di fare in modo che cose del genere in futuro si riducano e si faccia il massimo su questo argomento, cosa che non è stata fatta in questa gara a cui Luca ha partecipato".

Per concludere: "Ho parlato con alcuni piloti che seguivano Luca che dopo questo incidente mi hanno detto di essere intenzionati a smettere perché non si può giocare con la vita di piloti che sono animati da un sacro e sano entusiasmo ma che si affidano a delle organizzazioni totalmente incompetenti”.

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi