Delbianco: “La SBK? Sono ad un punto cruciale della mia carriera” | Esclusiva

Delbianco: “La SBK? Sono ad un punto cruciale della mia carriera” | Esclusiva© GPAgency

Alessandro ha chiuso un 2024 altamente positivo al CIV e pensa al futuro: “Voglio legarmi sempre di più al blu Yamaha, ispirandomi alla carriera di Canepa”

02.10.2024 ( Aggiornata il 02.10.2024 17:12 )

Tra i piloti più apprezzati dell'intero panorama motociclistico italiano va certamente annoverato Alessandro Delbianco, che quest'anno è stato uno dei grandi protagonisti del Campionato Italiano Velocità e non solo. Con la Yamaha R1 del team DMR Racing ha infatti chiuso la stagione della SBK tricolore come vice campione con tre vittorie all'attivo, ma non solo.

“DB52” ha infatti corso anche nel mondiale Superbike a Magny-Cours e a Cremona mettendo in mostra una bella competitività sia come sostituto che come wild card, rafforzando il proprio legame con il marchio Yamaha. Giunti al termine della stagione, gli abbiamo chiesto un bilancio della propria annata e qualcosa in più sul suo futuro: ecco cosa ci ha raccontato a riguardo, ispirandosi anche ad un suo "compagno" di marca dalla carriera particolare ma vincente.

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Ale, come giudichi le due esperienze mondiali di Mangy-Cours e Cremona?

Il bilancio non può che essere positivo, anche perché si è trattato quasi di una vittoria per me dopo diversi anni di duro lavoro che finalmente stanno portando i loro frutti. Chiaramente al mondiale sapevo di non andarci per puntare alla vittoria, ma ho finito a punti quasi tutte le gare e credo che si possa considerare un ottimo traguardo visto che sono state due belle esperienze in cui sono cresciuto da un turno all'altro. Personalmente sono soddisfatto di ciò che ho mostrato tra Magny-Cours e Cremona”.

Quanto è diverso correre da sostituto rispetto a gareggiare in veste di wild card?

Correre come sostituto o come wild card fa una grossa differenza, specialmente per quanto riguarda l'approccio al weekend di gara. Se sostituisci un altro pilota sai che il tuo compito è quello di non far danni puntando sì ad un bel risultato, ma anche e soprattutto a raccogliere informazioni che serviranno poi al titolare quando rientrerà. Se sei una wild card, invece, significa che il team sta schierando una moto in più apposta per te, per darti una chance di metterti in mostra, e questo ti mette maggior pressione addosso, ma anche la consapevolezza di poter dare il cento per cento per sfruttare al meglio l'occasione”.

Quanto sei cambiato rispetto a quando hai corso nel mondiale a tempo pieno nel 2019?

Siamo due persone completamente diverse. Rispetto ad allora sono maturato, è cambiato il mio approccio, affronto tutto in maniera più professionale e credo che in questi cinque anni ci sia stata una vera e propria trasformazione verso un pilota professionista. Il paddock invece non è cambiato molto, ma la differenza più grande ha riguardato me stesso: allora ci ero arrivato in punta di piedi, mentre adesso mi sono sentito parte di quel mondo”.

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“Penso sia stata la mia miglior stagione. Il 2025? Punto a qualcosa a lungo termine”


Com'è stato questo ritorno al CIV per l'l'ultimo round di Imola?

Le due grosse differenze che si percepiscono realmente tornando al CIV dopo aver corso nel mondiale sono il paddock e la moto. Io quest'anno ho avuto la fortuna di correre con un team serio che non sfigurerebbe neanche dall'altra parte (DMR Racing, ndr), ma siccome il regolamento è diverso tornare sulla Yamaha R1 in configurazione CIV è stato strano, seppur non troppo traumatico”.

Ci fai un bilancio complessivo della tua stagione?

Credo sia stata la mia miglior stagione da quando corro nel Campionato Italiano. Magari non lo è stata a livello di risultati, anche se ho comunque vinto tre gare, ma dal punto di vista del potenziale mostrato assolutamente sì. E' mancata soltanto un po' di fortuna visto che ci sono stati episodi come la caduta di Misano in cui ho grattato le pedane non avendo mai provato prima sull'asciutto o il sasso nel radiatore al Mugello che erano impossibili da prevedere e che ho preso con filosofia. Ciò che mi rende orgoglioso è la velocità mostrata, perché ho battuto in gara gente come Michele Pirro e Dominique Aegerter, che sono rivali davvero tosti con cui confrontarsi”.

Conosci già i tuoi piani per il futuro? Punti ad una nuova sfida?

Devo essere sincero, non ho ancora qualcosa di ufficiale tra le mani, ma posso dire che mi ispiro molto a Niccolò Canepa, che non ha fatto il percorso classico ma si è legato ad un marchio mettendosi in gioco in tanti contesti. Ora mi trovo davanti ad un bivio e penso sia un momento cruciale della mia carriera: da una parte, si potrebbe tentare la fortuna nel mondiale con il rischio però di bruciarsi, mentre dall'altra c'è la possibilità di fare il tester, correre in Superbike in qualche occasione, gareggiare nell'endurance e così via. Diciamo che mi piacerebbe indossare sempre più spesso il blu Yamaha puntando a qualcosa a lungo termine: non voglio tentare la fortuna, bensì puntare alla vittoria indipendentemente dal campionato in cui correrò”.

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