L'INTERVISTA: "Il Mondiale è stato un grande traguardo, ma muoversi dagli States all’Europa è sempre un grande impegno"
Per tutti è “Slammin’ Sammy”, uno dei piloti più quotati e carismatici del panorama del Flat Track. Lo statunitense, che spegnerà 38 candeline a settembre, ha arricchito la sua bacheca con il titolo mondiale, dopo il successo del 2009 nel Grand National Championship in patria e la medaglia d’oro agli X Games del 2017.
Dopo un 2023 che lo aveva visto chiudere al settimo posto in classifica generale, il fuoriclasse ha centrato l’obiettivo di vincere il Mondiale, andando a podio in tutte e sei le gare del calendario iridato 2024.
Di recente, Halbert ha preso parte anche alla 100 Km dei Campioni al Ranch di Valentino Rossi, ritrovando il team manager, Fabrizio Vesprini, con cui ha condiviso gli ultimi due anni di gare in Europa. Partendo proprio da Tavullia, abbiamo chiesto al sempre disponibile e sorridente Sammy di raccontarci la gara, chiusa al settimo posto, in coppia con il connazionale JD Beach, altro pilota di assoluto livello nel panorama internazionale del Flat Track, oltre che della Velocità: “Io e JD eravamo già stati compagni di team al Ranch nel 2019, quando arrivammo terzi. L’inizio della gara è stato promettente, sono stato molto più veloce che in passato, in alcune delle graduatorie dei tempi intermedi ero nelle prime posizioni. Ero sempre più a mio agio nelle curve a destra, molto impegnative per chi, come me, abitualmente corre negli ovali con curve soltanto a sinistra. A metà gara eravamo in quinta posizione, ma in una curva lenta un pilota si è quasi fermato e sono stato colpito da dietro da un altro concorrente. La moto si è spenta e ci è voluto un po’ di tempo per farla ripartire. JD, verso fine gara, ha avuto problemi di freni e siamo scesi in classifica fino al settimo posto finale”.
Qual è stata l’emozione della partecipazione alla gara non titolata “meglio frequentata” del Mondo?
“Quella del Ranch è una gara speciale, una maratona delle due ruote in cui, senza i problemi descritti, potevamo andare a podio. La vittoria di Thomas Chareyre e Diogo Moreira mi ha indubbiamente sorpreso, ma sono stati avvantaggiati, da esperti di Motard, dal fatto che la pista nell’ultima parte di gara fosse molto asciutta e con poco materiale, comunque sono andati davvero forte”.
La stagione 2024 resterà indimenticabile, con la vittoria nel Mondiale, dopo un 2023 poco fortunato, con due squalifiche che ti avevano estromesso dalla lotta per il titolo: hai utilizzato alcuni accorgimenti e modificato il tuo stile di guida?
“È stata davvero una buona stagione, finire sul podio ogni round è stato molto importante. La moto fornita da Vesprini era molto competitiva, ho vinto due gare consecutive, poi sono arrivati tre terzi posti. Mi sarebbe piaciuto vincere un po’ di più, ma nelle ultime gare è cresciuto tantissimo il livello di Ervin Krajcovic, detentore del titolo. È stata comunque un’ulteriore esperienza di apprendimento per quanto riguarda il mio approccio alle piste europee, dovevo azzeccare la scelta giusta per i pneumatici e altri aspetti del set up”.
L’ultima gara stagionale ha visto un bel duello tra te e Krajcovic prima del passaggio del testimone.
“Nell’ultima finale ho spinto molto nei primi giri andando al comando, poi Krajcovic mi ha superato e da quel momento ho gestito la seconda posizione, senza rischi, certo della conquista del titolo. Peccato soltanto per la bandiera rossa che ha interrotto la manche per una caduta, l’arbitro ha decretato la fine della gara e non mi sono potuto godere l’ultima bandiera a scacchi”.
Quanto è stato determinante il supporto del Team VFR, in particolare del team manager Fabrizio Vesprini?
“La sua esperienza in questa disciplina, dopo aver corso per anni a grandi livelli, e la conoscenza diretta di buona parte dei tracciati del Mondiale ci hanno consentito di avere nelle varie gare fin dall’inizio set up ben collaudati. Inoltre, i suggerimenti sulle linee da tenere, sia per quando ero in testa che per quando dovevo inseguire, sono stati preziosi. Sono migliorato nelle partenze, momento decisivo soprattutto nello Speedway, specialità nella quale Fabrizio ha corso per tantissimi anni, ma oggi è una fase determinante anche nel Flat Track”.
Per la stagione 2025 hai già definito la partecipazione alle gare in America e in Europa?
“Proprio in queste settimane sto decidendo se confermare o meno la partecipazione al Mondiale. Volevo prendermi un anno sabbatico, per poi rientrare nel 2026, ma alla 100 Km dei Campioni ho ritrovato Vesprini: ci siamo parlati, e diciamo che sono a metà strada tra le due opzioni. È una decisione difficile, perché spostarsi dall’America all’Europa per prendere parte alle tappe iridate è un grande impegno. Potrei partecipare ad almeno una gara come wild card, ma ora è troppo presto per confermare o meno la mia decisione”.
Quali sono i primi impegni certi?
“Sicuramente in America parteciperò ad alcune gare, penso a Daytona a marzo, e Sturgis, dove c’è un tracciato TT, nella settimana della Bike Week. Ma sto anche valutando di disputare alcune gare di Velocità su asfalto e nell’Adventures Trackers, dove si corre con moto bicilindriche con motori a partire dai 1000 di cilindrata”.
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