Dopo la produzione delle celebri AIM, culminata con il trionfo di Orioli alla Sei Giorni, Becocci ha dato vita alla realtà di Formula e Tech Suspension
Sono la coppia più bella del mondo della componentistica delle due ruote. Andrea, il fondatore di Formula, e Daniela, sua moglie e amministratrice dell’azienda. Con i due figli Giacomo e Francesco a rappresentare il futuro. Ma chi è Andrea Becocci? Parliamo di un personaggio che ha dato vita a due aziende: Formula e Tech Suspension, leader nella produzione di sospensioni e ammortizzatori per moto da Trial, MTB, impianti freno per moto da 50 a 450 cm³, a cui si sono aggiunti anche i dischi freno per le moto off-road.
Pratese DOC ma con la Fiorentina nel cuore, Becocci ha voluto identificare le sue aziende con il logo del Giglio di Firenze. Andrea cominciò a inizio anni Settanta, quando lasciò la moto Bimm per dare vita a una propria attività nello stabilimento di Vaiano, presentando in pochi mesi una Cross 50 R 5 con motore Morini Turbostar a cinque marce, con testa ad alettatura radiale, ottenendo subito ottimi risultati di vendite tanto da generare la produzione di modelli da Regolarità e Cross in contrapposizione alle blasonate toscane Ancillotti e Gori.
La prima AIM 50 Cross da gara con motore Sachs risale al 22 giugno 1975. Fu l’inizio della produzione in piccola serie di moto da gara curate e con la migliore componentistica, con propulsori Sachs ma anche Minarelli. Modelli che hanno conosciuto vittorie come quelle con Edi Orioli, alla Sei Giorni del 1981 e nell’Europeo. Nonostante i successi ottenuti, Becocci cessò l’attività della AIM per dedicarsi alla realizzazione di impianti freno e sospensioni.
Andrea, cosa ti è rimasto di quel periodo in cui sfidavi da fiero toscano con il simbolo del Giglio di Firenze le conterranee Ancillotti e Gori, ma soprattutto le squadre KTM-Farioli, Fantic, Puch-Frigerio e Sachs?
“Ripenso con grande piacere ai titoli vinti. E sono consapevole che ciò che produciamo oggi – freni a disco, sospensioni e ruote – nasce da questo passato di gloria. Sono orgoglioso di quanto ho costruito, incontro tante persone che ancora si ricordano delle mie moto. Ho sempre avuto grande rispetto e affetto per i concorrenti toscani dell’epoca, sebbene alle gare ognuno gareggiasse per sé”.
Cosa ricordi con maggiore piacere di queste battaglie sportive che hanno fatto la storia del Fuoristrada italiano?
“Ricordo tante persone del mondo off-road, sia italiano che europeo. Ero sempre sule piste da Cross e alle gare di Regolarità, sia in Italia che all’estero: emozioni indescrivibili”.
Hai portato innovazioni passate alla storia: qual è stata la AIM che ti ha dato le maggiori soddisfazioni?
“Sicuramente le 50 e 75, grazie anche ai piloti che le hanno rese famose ovunque. Penso a Orioli, all’indimenticato Mario Milani e a tanti altri”.
Poi un giorno hai mollato tutto e hai dato vita all’attività di Formula che, grazie al tuo ingegno, ha avuto successo.
“Da costruttore, non era più possibile competere con le Case giapponesi, sia a livello economico che tecnico. Soltanto un esempio: la Honda Cross 125 costava la metà della AIM da Cross 50. E come noi, tanti costruttori hanno chiuso. A quel punto, vista la passione per la meccanica, ho pensato che anche sulle biciclette poteva essere montato un freno a disco idraulico, e a Prato è nato il primo freno a disco per bici al Mondo. Era il 1993, e in questi 31 anni di freni ne abbiamo sviluppati e prodotti tanti, assieme alle sospensioni sia per bici che per moto, è un lavoro di ricerca che continua tutti i giorni”.
Nell’azienda sono subentrati i tuoi due figli e c’è sempre tua moglie.
“Francesco si occupa della parte tecnica, Giacomo di quella commerciale. Io, comunque, continuo a essere in azienda ogni giorno, ho sempre tanta passione per il mio lavoro. Vista la mia età, però, ho ridotto i miei compiti”.
A 80 anni quale sarà la tua prossima sfida? Hai preso come esempio la massima di Leonardo da Vinci"La conoscenza è figlia dell’esperienza"?
“Sono conterraneo di Leonardo, chissà se anche lui aveva pensato a un freno idraulico per bicicletta! Comunque condivido: 70 anni di esperienza hanno un valore che non si può cancellare”.
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