Un processo graduale ma che ha avuto salti epocali: il principale è stato il passaggio dai tamburi ai dischi
L’affermazione delle pompe radiali, per le quali la Brembo aveva ottenuto un brevetto già nel 1985, è stata un significativo passo in avanti in questo settore. Più compatte e razionali (la forza esercitata dalla mano è parallela a quella esercitata sul pistoncino) queste pompe si sono poi evolute in quelle che consentono la regolazione dell’interasse. L’”accordatura” tra la pompa e la pinza ha un’importanza fondamentale ai fini della modulabilità, della prontezza di risposta e del feeling. Il rapporto tra il diametro del pistoncino della pompa e quello dei pistoni della pinza influenza sia l’incremento della forza (dalla mano alla pinza) che la corsa della leva.
Le più recenti RCS della Brembo (parliamo sempre di questa azienda perché da tempo domina la scena delle moto da GP) consentono una regolazione fine delle modalità di intervento dei freni grazie alla possibilità di variare l’interasse e la corsa a vuoto.
Tra le novità degli ultimi decenni va anche ricordata la pompa pollice che, posta sul semimanubrio sinistro, consente di azionare manualmente il freno posteriore. Nata negli anni Novanta per Mick Doohan, che in seguito a un incidente non poteva più azionare il freno con il pedale, oggi viene impiegata da numerosi piloti più che altro per effettuare lievi correzioni della traiettoria e per regolare in qualche misura la trazione. La versione push and pull può essere azionata sia con il pollice che con l’indice.
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