Nel giro di due anni spariranno le termocoperte per i pneumatici Michelin. L’esperimento è partito con la MotoE
La decisione della Michelin di salire sul treno delle aziende rispettose dell’ambiente porterà a qualche conseguenza che potrebbe aumentare lo spettacolo nel Motomondiale. E i risultati li potremmo vedere ben prima del previsto. In questo senso, il weekend di Jerez è stato teatro del primo passo, e il banco prova è stata la MotoE.
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"Vedere nel box file di pneumatici messi nelle termocoperte, utilizzando un mare di energia, è assurdo: non è in linea con i tempi in cui viviamo". A dirlo non è un ecologista, poiché il messaggio arriva da Clermont-Ferrand, la sede della Michelin, fornitore unico della MotoGP. Suona come un paradosso, ma è così. Da anni il gommista francese è coinvolto nella GT500, la versione giapponese del DTM, il campionato superturismo di auto, nel quale sono coinvolte molte delle Case tedesche. Qual è il nesso con la MotoGP? Ce lo hanno spiegato dalla Michelin. "È l’unico campionato importante del Motorsport nel quale non è permesso l’uso dei riscaldatori di pneumatici". Il concetto lascia intendere come la rivoluzione stia per arrivare. E attenzione, in quel campionato che anticipa il futuro, sono presenti alcuni tra i costruttori più importanti: Michelin, Bridgestone, Dunlop.
L’obiettivo è quello di sviluppare la tecnologia che permetterà ai pneumatici da gara di andare in temperatura sin dai primi metri, senza il passaggio dalle termocoperte. Sembra impossibile, vero? Ma in casa Michelin sono convinti che quanto prima sapranno padroneggiare questa nuova tecnologia. "Le gomme che abbiamo portato qui per la MotoE rappresentano un primo passo" ha spiegato Piero Taramasso, responsabile della Casa francese nel Motomondiale. L’utilizzo di materiali riciclati nella realizzazione delle mescole di nuova generazione si unisce a nuovi componenti chimici e naturali che consentono questo primo passo. "Le nuove Michelin da MotoE necessitano di un preriscaldamento con 10 gradi in meno".
Al momento, la tecnologia non si applica alla MotoGP. Il traguardo non è tanto arrivare a pneumatici che raggiungano subito la temperatura di funzionamento ottimale – tale tecnologia viene già applicata alle gomme per i mezzi stradali – bensì a gomme che possono mantenere il massimo livello di performance nell’arco di una gara. Per farlo, è semplicemente questione di tempo. Per l’azienda, la sostenibilità ambientale è una missione, e le risorse per raggiungere l’obiettivo sono a disposizione. "Fra quanto tempo vedremo box senza riscaldatori?" È stata l’ultima domanda a Taramasso. Ci ha guardato e con fermezza ha risposto: "Fra due anni".
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