Salvadori: “Le road races? Vado per gradi, ma sogno il TT” | Esclusiva

Salvadori: “Le road races? Vado per gradi, ma sogno il TT” | Esclusiva© GPAgency

Luca ha cominciato un nuovo capitolo della propria carriera, alternando la pista alle road races sognando già l'Isola di Man. Ecco cosa ci ha raccontato a riguardo

21.06.2024 ( Aggiornata il 21.06.2024 16:58 )

Tra i nomi in grado di far parlare di sé sia in ambito nazionale che internazionale, c'è sicuramente Luca Salvadori. Complice il doppio impegno di pilota e youtuber, il centauro lombardo è spesso al centro dell'attenzione dal punto di vista mediatico, ma quest'anno si è spinto oltre intraprendendo un nuovo capitolo della propria carriera.

Oltre all'impegno su pista nel National Trophy 1000, infatti, Luca ha cominciato a gareggiare anche su strada sia nella Salita (il CIVS, dove ha dominato i primi round, compreso l'ultimo andato in scena allo Spino) che nell'International Road Racing Championship e, procedendo per gradi, punta ad arrivare all'evento più importante e prestigioso al mondo: il Tourist Trophy sull'Isola di Man. Dai racconti di queste prime esperienze stradali ai piani futuri, passando per i piloti che reputa dei punti di riferimento, gli abbiamo chiesto qualcosa in più a proposito di questa adrenalinica avventura: ecco cosa ci ha detto in esclusiva.

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Salvadori: “Non mi aspettavo di vincere fin da subito”


Luca, sei soddisfatto del modo in cui è cominciata la tua avventura su strada tra CIVS e IRRC?

Assolutamente sì, è stato un inizio migliore rispetto ad ogni aspettativa visto che non mi aspettavo di vincere fin da subito. Nel CIVS mi sono dovuto abituare ad una disciplina completamente diversa, in cui occorre dare il massimo in un percorso brevissimo, mentre nell'IRRC l'approccio è più simile a quello della pista visto che, seppur cittadini, si tratta di circuiti e di gare con partenza dalla griglia. Visti i risultati, comunque, direi di essermi adattato ad entrambi i tipi di evento”.

Nell'IRRC, ma anche su pista nel National Trophy, utilizzi una Panigale V4 R SBK, mentre nel CIVS la V4 S: ci sono tante differenze nell'uso al limite?

La Panigale V4 R è stata sia un esperimento che una scommessa, perché trattandosi di una moto in configurazione Superbike so di non poterla distruggere, ma ha un potenziale pazzesco. La Panigale V4 S è perfetta per il CIVS, mentre per la pista ormai era diventato quasi impossibile vincere senza correre rischi guidando al limite, soprattutto in un campionato con regolamento “open” come il National Trophy”.

Come cambia il tuo approccio alla gara tra strada e pista?

Siccome in pista, come detto, utilizzo la Panigale SBK, alla fine il mio approccio è simile in entrambe le discipline visto che so di non poter commettere errori troppo grossi. Chiaramente, però, su strada bisogna stare più accorti e dare il cento per cento soltanto dove si è sicuri di poter spingere al massimo”.

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“Il 2025? IRRC e North West 200, ma il sogno è l'Isola di Man”


Considerando questa stagione come una sorta di apprendistato, hai già un'idea delle gare che disputerai nel 2025?

"Intanto, quest'anno correrò anche l'ultimo round dell'IRRC a Frohburg, mentre per quanto riguarda il 2025 l'obiettivo al momento è quello di disputare tutta la stagione nel medesimo campionato, compresa la tappa di Horice che è qualcosa di davvero pazzesco. In più, mi piacerebbe fare la North West 200 in Irlanda del Nord, che credo possa essere una gara perfetta per le mie caratteristiche e in cui potrei ben figurare nella Stock e in Superbike”.

Pensi già al Tourist Trophy o comunque all'Isola di Man?

L'Isola è il sogno, l'obiettivo principale, e sarebbe fantastico correre il Tourist Trophy. Tuttavia, credo sia saggio procedere per gradi e cominciare dal Manx Grand Prix per prendere le misure con il Mountain Course. In una specialità così particolare non bisogna bruciare le tappe e buttarsi in qualcosa che non si conosce, altrimenti commetterei lo stesso errore dello scorso anno con la MotoE. Anche perché l'Isola di Man è diversa rispetto a tutto il resto e occorre darle del lei senza mai commettere sbavature”.

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“Bottalico e Todd i miei punti di riferimento”


Ti sei fatto un'idea degli altri road racers italiani?

"Quello che conosco meglio è Maurizio Bottalico (assoluto protagonista nell'Europeo Hill Climb al rientro dall'infortunio, ndr), che per me è un vero e proprio punto di riferimento visto che anche lui è arrivato nelle corse su strada passando dalla pista ed è il pilota da battere avendo i record praticamente su ogni percorso. Gi altri italiani, come Stefano Bonetti o Francesco Curinga, faccio invece fatica a giudicarli visto che hanno un'esperienza su strada diversa e più duratura rispetto alla mia”.

Guardando ai protagonisti del TT, invece, qual è il tuo pilota preferito?

Parlando in generale, il mio preferito è Davey Todd. Arriva dal motard, va forte pista, va fortissimo su strada. E' fantastico, ma d'altronde non si può non adorare uno che piega fino a toccare l'asfalto con il gomito al Tourist Trophy”.

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