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Honda Integra

Moto o scooter? Nessun dubbio: manca solo il serbatoio da stringere tra le gambe e la Integra è a tutti gli effetti una moto automatica. Con tutto ciò di positivo che ne consegue. Il prezzo base di € 8.700 f.c. è decisamente invitante. Un’idea innovativa, per quanto buona, richiede il momento giusto per essere presentata e pretendere di avere successo. Altrimenti il rischio è quello di bruciarla.

Pur parzialmente e intelligentemente frenata dall’attuale situazione economica, Honda non sta guardando solo davanti ai propri passi, ma molto più in là. Con i recenti cinque nuovi modelli dotati del DCT, il cambio automatico a doppia frizione, la Casa alata ci sta proponendo un nuovo modo di concepire una due ruote, fatto di praticità e sofisticazione, di prestazioni ecocompatibili e consumi ridottissimi.

Efficiente e facile in ogni ambiente e su ogni asfalto, l’Integra non esalta per la potenza del propulsore, ma ha un ciclistica che appaga pienamente, grazie al grande equilibrio delle sospensioni perfettamente tarate e da una frenata assolutamente solida ed efficace. Il bello dell’Integra è poterla usare il venerdì mattina ancora una volta per andare in ufficio e la sera per imboccare l’autostrada per un week-end fuori città, il tutto potendo contare sulla discreta capienza delle due sottili borse rigide e del bauletto.

Eravamo curiosi di verificare i consumi dichiarati dalla Casa e guidando su vari tipi di strada e senza alcuna accortezza, abbiamo percorso 267 km prima di entrare in riserva da serbatoio pieno, consumando 11,5 litri, per una media di 23,2 km/l. Non abbiamo visto i 27 km/l promessi, ma guidando con attenzione quel valore è alla portata.

La prova completa, con tutti i rilevamenti, è su In Moto n. 7, in edicola dal 10 giugno.