Chi la conosce lo sa: la Speed Triple non è mai stata una moto sportiva in senso stretto. Si è sempre proposta al pubblico come un’arrogante moto da sparo, con un motore generoso ma comunque fluido, una ciclistica stabile e sincera ma mai realmente agile. Una moto divertente, insomma, ma non la più efficace tra le curve. Specialmente se paragonata alle antagoniste europee… Stanchi di queste osservazioni, i tecnici inglesi hanno affrontato il problema di petto e con la scusa dell’Euro 5 hanno stravolto il progetto. L’obiettivo è chiaro: trasformare un hooligan da stadio in un’affilata arma sportiva, buona anche per qualche bella sgambata in pista (anche se, da Hinckley, ci tengono a ribadire come la Speed sia una naked stradale, non una supersportiva spogliata delle carene). Ecco perché la nuova Speed non è soltanto (molto) più potente, ma anche più leggera, più stabile, più… meglio andare con ordine.
TheTest: Ducati Supersport 950 S, una baby Panigale
Motore rivisto
Cuore di tutto il progetto è il motore. È stato rivisto ovunque: bielle, pistoni, albero motore, centralina, aspirazione, scarico, cambio, frizione… Tutto per essere più potente nonostante l’omologazione Euro 5, ma non soltanto. È più compatto e leggero (-7 kg) e ha un’inerzia inferiore (è più rapido a prendere giri). Un profondo lavoro d’ingegneria, frutto anche dell’esperienza che Triumph ha acquisito sui campi di gara della Moto2.
Il tre cilindri raggiunge così i 1160 cm3 (90 x 60,8 mm le misure di alesaggio e corsa, contro le precedenti 79 x 71,4 mm: decisamente più superquadre, al pari di una supersportiva) ed esprime la bellezza di 180 CV a 10.750 giri e 125 Nm di coppia massima. Numeri importanti, che catapultano la nuova Speed nell’Olimpo delle naked più potenti in assoluto. L’esuberante Triple è assistito da un’elettronica di prim’ordine: una piattaforma inerziale a 6 assi sovrintende a tutti i controlli elettronici di assistenza, tra cui il Traction Control (4 livelli), ABS Cornering (2 livelli) e Wheelie Control (collegato al Traction), oltre naturalmente alle diverse mappature del motore. Tutti questi parametri sono auto regolati a seconda della modalità di guida selezionata (Rain, Road, Sport, Track e Rider), che il pilota può scegliere attraverso una nuova strumentazione TFT di 5 pollici. Al capitolo elettronica si segnalano anche il quickshifter bidirezionale (migliorato), le luci a LED, il sistema di avviamento keyless, il cruise control e i blocchetti retro illuminati, oltre alla nuova batteria al Litio. Con un aumento così considerevole della potenza, anche la ciclistica si è dovuta sottoporre a interventi pesanti. Telaio e telaietto hanno forma e struttura simili al passato (ed entrambi sono in alluminio), ma sono stati completamente ridisegnati. Sono cambiate le rigidezze flessionali, torsionali, le dimensioni…anche il monobraccio è nuovo, più lungo, ma l’interasse è rimasto identico: 1445 mm (questo perché il motore è più compatto). Le masse però sono molto più centralizzate e il baricentro è più basso e avanzato, a vantaggio della guidabilità. In totale, la nuova Speed pesa 198 kg in ordine di marcia (-10 kg rispetto al passato) e offre una posizione di guida più caricata verso l’avantreno ma allo stesso tempo più permissiva con i piloti più alti. Da segnalare anche le sospensioni Öhlins di alta gamma (mono TTX36, forcella NIX30, entrambi completamente regolabili), i freni Brembo (pinze Stylema, dischi di 320 mm e pompa MCS) e gli pneumatici Metzeler Racetec RR (al momento dell’acquisto si può optare anche per le Pirelli Diablo Supercorsa SC2). La nuova Triumph Speed Triple 1200 RS costa 17.600 euro e rimarrà da sola in gamma: non sono previste versioni R o S.
La prova sul circuito di Imola
Alcune piste suscitano un profondo rispetto e probabilmente, in cima alla lista c’è proprio l’autodromo di Imola. Come il suono del mare nelle conchiglie, tra le mura dei suoi spalti risuonano gli incredibili scontri tra i più importanti piloti della storia, e purtroppo non soltanto gli scontri. Non occorre aggiungere altro. Curioso quindi che Triumph abbia scelto un simile palcoscenico per la nuova Speed Triple, che sarà anche più sportiva, ma come hanno sottolineato più volte i tecnici è pur sempre una naked stradale. La sua impostazione più sportiva è evidente fin da subito. Pur non raggiungendo gli estremi di alcune concorrenti (Aprilia Tuono in primis), offre al pilota una posizione più protesa verso l’avantreno rispetto al passato, anche se le pedane sono rimaste in posizione piuttosto centrale e la sella non è così alta da terra (in compenso offre molto spazio al pilota in senso longitudinale). Ma è in movimento che si capisce l’enorme lavoro svolto dai tecnici.
Non è soltanto una moto un po’ più potente e un po’ più leggera. A differenza del passato, ora c’è tantissima stabilità nelle staccate più violente, una buona agilità nei cambi di direzione, una notevole capacità di fiondarsi al punto di corda e voltare in fretta. Dove la vecchia allargava traiettorie dimenandosi, la nuova Speed rimane sul binario immaginato dal pilota. Dà l’impressione di essere più corta (anche se non lo è) e più bassa da terra, in generale una moto più compatta e svelta. Il motore da parte sua è una vera forza della natura.
Perché pur avendo mantenuto la classica erogazione da lord inglese (tipica del tre cilindri, fluida e costante), ora a metà scala del contagiri spara un gancio destro violento da togliere il fiato, che si prodiga poi in un allungo perentorio (anche se non conviene arrivare fino alla zona rossa), il tutto condito da un sound roco e gutturale. Il triple è accompagnato da un quickshifter abbastanza rapido e preciso, ed è tenuto a bada da un’elettronica sopraffina. L’intervento del Traction infatti non è mai invasivo, taglia potenza senza farsi sentire e soprattutto lasciando fare molta strada. Quello che manca al pilota più esperto semmai è un anti-wheelie regolabile separatamente dal controllo di trazione, ma il suo intervento è comunque abbastanza delicato. Più si alza il ritmo, più la Speed risponde precisa ai comandi del pilota, anche se in uscita di curva la ruota anteriore tende facilmente a galleggiare e il manubrio (molto largo) a sbacchettare. Ma in fondo ci può stare, perché per quanto più sportiva e affilata, la Speed rimane una fantastica e squisita naked da strada. Che ora non disdegna affatto qualche bella sgambata in pista.
TheTest: Aprilia Tuono 660, molto più che una naked