Si dice sempre che chi ben comincia sia a metà dell’opera, e nel caso della nuova avventura della Bimota in SBK il vecchio adagio lascia ben sperare. Perché sebbene questa parentesi sia ancora allo stato embrionale, considerato che l’annuncio ufficiale del ritorno del marchio riminese tra le derivate è arrivato solamente nell’aprile scorso, i primi passi sono stati promettenti.
L’annuncio del ritorno della Bimota ha lasciato di stucco tifosi e addetti ai lavori. Merito della Kawasaki, la Casa che possiede il brand romagnolo, brava a “nascondere” fino all’ultimo il proprio parziale disimpegno dalla SBK e il contestuale rilancio della Bimota, destinata a tornare nel mondo delle corse 11 anni dopo l’ultima sfortunata volta, quando il progetto BB3 – con il Team Alstare – naufragò a stagione in corso a causa dell’insufficiente numero di moto prodotte per il mercato.
Nulla a che vedere con l’attuale progetto, che grazie al supporto della Casa di Akashi vede la Bimota rientrare nel Mondiale in grande stile, ereditando Axel Bassani e Alex Lowes come piloti e Provec – il team capace di vincere sei titoli consecutivi con Jonathan Rea nei panni di squadra ufficiale Kawasaki – come struttura, con il motore della ZX-10RR come cuore del mezzo. Un propulsore tra l’altro migliorato non poco nel corso del 2024, grazie alle super concessioni assegnate alla Kawasaki. Con queste solide basi, in casa Bimota hanno potuto concentrarsi su quello che da sempre è stato il loro marchio di fabbrica, ossia i telai, realizzando per la nuova nata KB998 Rimini un piccolo capolavoro.
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