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SBK Cremona, Petrucci: "Questa passione mi tiene vivo, anche se potrebbe uccidermi "

© GPagency

ll weekend di Cremona rappresenta per Danilo Petrucci uno dei momenti più importanti della sua carriera e della sua vita. Dapprima il primo successo in Superbike in Gara 1 e per concludere una tripletta grazie ai trionfi odierni nella Superpole Race ed in Gara2; non poteva chiedere di meglio il ternano, diventato il primo pilota della storia a vincere almeno un round in MotoGP, Superbike, Dakar e MotoAmerica, un successo fortemente meritato: "Non ho molte parole da dire perché non mi aspettavo così tanto. Non mi aspettavo di avere quel ritmo sia stamattina che questo pomeriggio. È incredibile perché sono stato sempre in testa, 23 giri sin dall'inizio in Gara 1, oltre ai 10 giri della Superpole e agli altri 23 giri di Gara 2".

Per Danilo ancora deve arrivare il momento della realizzazione dell'impresa che ha compiuto: "E come era successo qualche anno fa al Mugello quando vinsi in MotoGP, non capisco ancora bene cosa stia succedendo. Forse la prossima volta, la settimana prossima ad Aragón, potrò capire tutto meglio. Questa inoltre è una vittoria speciale anche per il team Barni che ha l'officina ad un'ora da qui, a Bergamo. Siamo piccoli ma oggi siamo stati i più veloci davanti ai due piloti ufficiali Ducati". 

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Tutta l'emozione di Petrucci: "La passione per le moto tiene in vita"

Una vittoria impreziosita dall’aver battuto il due volte iridato, Alvaro Bautista: “Volevo stare davanti, avere il mio ritmo e poi vedere se c'era qualcuno più veloce. Quando ho capito che avevo creato un gap di un secondo ho iniziato a guardare il mega schermo e ho capito che Bautista stava arrivando. Da quel momento in poi mi sono detto che Álvaro si sarebbe potuto avvicinare in quanto è davvero forte alla fine della gara, quindi dovevo guadagnare il possibile, così ho spinto e, due volte per giro, ho iniziato a martellare forte”.

Il successo di Cremona coincide con il momento più catartico dell'anno di Petrucci, caratterizzato da un brutto incidente, solo pochi mesi fa: "È stato davvero un anno incredibile. A metà aprile ero in ospedale con la faccia completamente sfigurata e la clavicola e la scapola tutte rotte. Il dottore mi chiedeva perché stessi facendo tutto quello ma risposi che quella è la mia passione". Petrucci ha poi continuato raccontando con emozione: "La mia passione è ciò che mi tiene in vita, anche se forse potrebbe uccidermi. Ad ogni modo è la ragione per cui mi sveglio ogni giorno, per supportare giornate come questa. E con giornate come questa che dimentico tutto: il dolore, la sofferenza e i sacrifici”.

L'importanza del primo successo: "Cremona era il posto peggiore della mia vita, ora è il migliore"

Il corpo segnato dai tanti incidenti che ha avuto in carriera, tra le sue cicatrici ne vede una particolarmente importante in questo giorno: “Ho avuto un incidente, a Cremona, nel 2001, con la motocross. È stato il mio incidente più grave da giovane perché rimasi praticamente con solo l'osso. Avevo 11 anni e per tre mesi mi nutrivano con cortisone perché mi ero schiantato in mezzo alla polvere, al terreno e così via. Questo è stato il mio primo grande incidente e l'ho avuto proprio a Cremona sulla pista di motocross. Ora ho qualcosa di particolare per Cremona, il posto peggiore della mia vita è diventato il migliore, forse il più importante. La pista è corta  ma va bene per le persone, per lo spettacolo, per tutto, perché sì, il World Superbike è davvero qualcosa di speciale, un grande spettacolo. E spero che Cremona resti nel calendario per molti anni”.

Infine, Petrucci ha sottolineato nuovamente il calore e l’affetto del pubblico italiano: “È difficile da descrivere, ho visto tutte le tribune piene di gente. Stavo cercando dei biglietti per alcuni amici martedì ma era già tutto esaurito. Ed è qualcosa di magico, la Superbike merita più gare così, mi piacerebbe davvero vedere tutte le gare di Superbike con una folla del genere, tutti che tifano”.

Foto: SBK, come cambia la classifica dopo il Round di Cremona