Erede di Fogarty nel cuore dei ducatisti e secondo aussie ad aver portato in alto la bandiera nel Mondiale Superbike, Troy ha un passato non molto fortunato nel Motomondiale ma concluso nel migliore dei modi con la vittoria pazzesca di Valencia 2006 in sella alla Desmosedici GP6 come gara premio per il secondo Mondiale Superbike.
Troy Bayliss oggi è una bandiera Ducati ed il co-proprietario del team DesmoSport nell’ASBK, team che ha fatto incetta di titoli nazionali e che nel prossimo campionato vedrà il debutto di Oli in sella alla Panigale V4R che è stata del padre.
Gli inizi ed il titolo nel BSB
Nato a Taree il 30 marzo 1969, l’inizio di carriera è piuttosto faticoso. Deve iniziare a lavorare come carrozziere per trovare il budget per pagarsi le gare. Nel 92 alla “tenera” età di 23 anni, ritorna nel motociclismo dopo averlo abbandonato per mancanza di soldi e per non essere emerso subito. Si iscrive al campionato australiano 250SP con una Kawasaki per poi passare alla 600 nel 93.
Dal 94 al 95 disputa prima il campionato aussie 600 e nel 96 sale in Superbike con la Kawasaki ufficiale chiudendo al terzo posto. Il risultato ottenuto gli permette nel 97 di disputare una wild card nel Mondiale Superbike nella sua Australia ottenendo due quinti posti a 28 anni.
Nel 97 disputa anche il Gran Premio d’Australia del Motomondiale nella 250 con una Suzuki chiudendo sesto.
Con l’età non dalla sua parte per il Motomondiale, il BSB gli spalanca le porte. Nel 98 si trasferisce in Inghilterra disputando la prima stagione con la Ducati 996 del team GSE. Chiude ottavo in campionato, tanto basta per essere riconfermato. Troy ripaga la fiducia dominando la stagione 99 con 7 vittorie e 14 podi e vincendo il titolo inglese.
L’AMA Superbike ed il primo stint nel Mondiale
La vittoria nel BSB basta a Ducati per prenderlo tra le sue file nel 2000. Prima di farlo debuttare nel Mondiale, Ducati decide di dirottarlo nella Superbike americana con il team Vance & Hines. L’avventura inizia con il botto con la pole nella prestigiosa 200 miglia di Daytona che conduce fino al ritiro per rottura del motore. Nel Mondiale Ducati incappa in un problema serissimo: l’infortunio di Fogarty in Australia che toglie dalla lotta per il mondiale il 4 volte campione. Tardozzi e Ciabatti lo chiamano in fretta e furia per portarlo dall’America in Giappone. Il debutto a Sugo è da dimenticare: doppio ritiro. Sembra una bocciatura, Troy viene rimandato in America e per Donington viene chiamato Luca Cadalora ma il modenese non riesce ad incidere. Ducati richiama Bayliss per la gara di casa di Monza.
La “Monster Brake” (cit. Akira Yanagawa) di Monza
Secondo tentativo in Superbike per Bayliss, la pista di casa per Ducati: Monza. Troy non conosce il tracciato brianzolo, la moto, le gomme, e la Superpole eppure tira fuori una super prestazione con un doppio quarto posto nelle due gare. L’highlight del round di Monza però è la super staccata che lo porta da quinto a primo dopo la Prima Variante.
Quel doppio quarto posto basta per i vertici Ducati per confermare Bayliss fino a fine stagione. Centra due vittorie, Hockenheim e Brands Hatch oltre ad altri 7 podi che gli permettono di chiudere al sesto posto con 243 punti.
Nel 2001 parte come pilota titolare del team Ducati Infostrada con al suo fianco lo spagnolo Ruben Xaus. La stagione del “Carrozziere” è stellare: 6 vittorie, 15 podi ed il titolo Mondiale vinto con un round di anticipo. Ad Imola in gara-1 si rompe la clavicola dopo un contatto con l’Aprilia di Laconi e non disputa gara-2
La prima parte della stagione 2002 è semplicemente implacabile portandosi a casa 14 gare su 18. Spartiacque di quella stagione la 8 ore di Suzuka. Da quella gara Edwards non sbaglia un colpo mentre Bayliss ha un decisivo e letale colpo a vuoto, il ritiro di gara-2 ad Assen. Troy chiude al secondo posto con 541 punti, 11 in meno di Edwards che porta a due i suoi mondiali.
Il Motomondiale: 250, MotoGP e la vittoria a Valencia 2006
Dopo aver “assaggiato” il Motomondiale nel 97 con la wild card in 250 in Australia chiusa al sesto posto, Troy entra in MotoGP con Ducati nel 2003 al fianco di Loris Capirossi. Centra 3 podi, Spagna, Germania e Brno oltre ad altre 9 top 10 per la sesta posizione finale in campionato con 128 punti.
La stagione 2004 è molto difficile per Bayliss, la Desmosedici GP4 è una moto ingestibile e l’australiano riesce a completare solamente metà delle gare in calendario portando a casa un solo podio, nella gara finale di Valencia. 14^ posizione finale in campionato con 71 punti.
Nel 2005 Ducati gli preferisce Carlos Checa e Troy passa al team Camel Honda di Sito Pons. Due sesti posti per una stagione che si conclude anzitempo dopo la gara di Brno cortesia di una frattura del polso in più punti in allenamento. Stagione conclusa al 15° posto con 54 punti.
Torna in MotoGP nel 2006 per l’ultima gara di Valencia come premio per il Mondiale Superbike 2006 con Ducati. Prima ed unica vittoria in MotoGP dominando la gara davanti al compagno di squadra Capirossi nel giorno del titolo mondiale di Hayden.
MotoGP Valencia amarcord: la vittoria di Bayliss nel 2006 - FOTO
Il secondo “stint” in Superbike: i titoli del 2006 e 2008 ed il ritiro
Nel 2006 torna in Superbike con Ducati in sella alla 999F06 già campione nel 2003 e 2004 con Hodgson e Toseland ma che nel 2005 ha faticato contro le 4 cilindri Honda e Suzuki. La stagione è incredibile: 12 vittorie, 16 podi complessivi e secondo titolo mondiale in carriera con tre gare d’anticipo.
La stagione 2007 è una fotocopia della 2005 con la 999 arrivata ormai al capolinea dello sviluppo. Troy ci mette tanto del suo (anche una falange) per rimanere aggrappato alle velocissime Honda, Yamaha e Suzuki. La caduta di Donington però gli pregiudica il prosieguo della stagione e non disputa gara-2. Si fa amputare una falange per essere al via nel round successivo, quello di Valencia. La stagione disputata da Troy è sui suoi livelli: riesce a portarsi a casa 6 vittorie e 13 podi complessivi. Chiude al quarto posto in campionato con 372 punti, 43 in meno del neo bi-campione Toseland.
Nell’inverno del 2007 annuncia che il 2008 sarà l’ultimo anno di carriera. A fine 2007 Ducati presenta la 1098, l’arma con la quale Bayliss cercherà di riprendersi il titolo mondiale. La stagione 2008 parte con 5 vittorie nei primi 4 round, prosegue con alcune battute a vuoto (5 zeri complessivi: Monza gara-2, le due gare di Miller, Donington gara-2 ed il 16° posto di Vallelunga in rimonta dopo la caduta al tornantino) e si chiude con la doppietta di Portimao dopo aver festeggiato il terzo titolo mondiale in Francia.
Chiude una parentesi della sua carriera in Superbike con 3 mondiali, 52 vittorie (secondo All Time dietro a Fogarty), 94 podi in 156 gare.
Gli ultimi anni
Appeso il casco al chiodo, continua a fare il tester per Ducati per i nuovi modelli destinati al Mondiale Superbike rimanendo legato alla Rossa come brand ambassador mondiale.
Nel 2015 viene richiamato dal team ufficiale Aruba.it per sostituire l’infortunato Davide Giugliano nei round di Australia e Thailandia. Nelle 4 gare disputate raccoglie 15 punti ed i tre raccolti in gara-1 in Australia con la 13^ posizione alla veneranda età di 45 anni, 10 mesi ed 8 giorni gli permettono di diventare il secondo pilota più anziano ad aver segnato punti in Superbike dietro a Frantisek Mrazek che a Mosport nel 91 stabilì il record di pilota più anziano con i suoi 55 anni e 25 giorni.
Dopo gara-2 di Buriram annuncia il suo definitivo ritiro dalla Superbike Mondiale tornando però un’ultima volta nel round australiano del 2018 insieme ai piloti dell’ASBK.
Dal 2016 ad oggi è attivo nell’ASBK sempre con Ducati diventando il co-proprietario del team DesmoSport.
L'Australia e la Superbike: una lunga storia d'amore