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SBK Jerez, Gonschor: "Al primo test ero nervoso, Toprak come Rossi in Yamaha? Situazione diversa"

© GPAgency

Chris Gonschor il dolce sapore di un titolo SBK con BMW lo aveva già pregustato con Marco Melandri, nel 2012. Una stagione che sembrava avere tutti i presupposti per chiudersi nel migliore dei modi, con Marco primo in campionato a tre round dalla fine, e che invece – tra scelte discutibili dei vertici ed errori del romagnolo – si è conclusa con tanto amaro in bocca. Ma nella vita come nelle corse la sorte gira, e 12 anni dopo l’attuala Direttore Tecnico del progetto BMW in SBK si è preso la sua rivincita, grazie ad un Toprak Razgatlioglu in formato stellare.
 
Chris, ti aspettavi un impatto del genere da parte di Toprak?
 
“Ci aspettavamo qualcosa di speciale da lui, questo è certo, dato che è un Campione del Mondo e ha uno stile di guida che pensavamo si potesse adattare alla nostra moto. Pensavamo di compiere un passo in avanti, ma non potevamo sapere quanto grande sarebbe stato. Siamo felice che le cose siano andate meglio di quanto sperato”
 
Come sono stati i primi momenti insieme? Come si è posto nei vostri confronti? E viceversa
 
“Quando un nuovo pilota sale in sella alla moto c’è sempre un’aura di nervosismo, dato che in quel momento arrivano i primi commenti, senza filtri politici o altro. Per fortuna il suo sorriso una volta tornato al box dopo la prima uscita ha messo tutto in discesa: ovviamente un pilota del genere ha tante richieste perché vuole vincere, ma è stato interessante intrepretare il suo linguaggio. Ogni pilota ne ha uno personale, e con lui è stato facile capire cosa gradisse e cosa no della moto. Il lato positivo dei primi test è stato il fatto che Toprak ha rapidamente promosso alcune parti, consentendoci così di concentrarci subito su altri aspetti, come ad esempio l’ingresso in curva. Il vero viaggio comunque è iniziato a Phillip Island, dato che prima abbiamo soprattutto creato la giusta amalgama”.
 
Dal punto di vista tecnico cosa ti ha colpito di più di Toprak?
 
“La sua guida calma. Da fuori sembra molto diversa, ma quando controlli i dati ti accorgi di come sia rilassato in sella: non emergono alti e bassi strani da interpretare nella telemetria, e questo deriva da quanto sia attento e sensibile ad ogni azione che compie in moto. Più un pilota è così più i dati sono facili da leggere, capire ed interpretare”.

Lo stile di guida di Toprak, Rossi e l'infortunio

Il suo stile di guida quindi non è stato un problema in termini di sviluppo.
 
“Esatto, anche perché Toprak ha solo evidenziato i punti su cui lavorare, in linea però con la strada che avevamo già intrapreso. Forse potevamo avere dei dubbi sul fatto che stessimo facendo le scelte giuste, e Toprak è stato fondamentale nel confermare la bontà di quest’ultime. Ci ha chiarito dei punti: fino all’anno scorso abbiamo provato a migliorare sotto ogni aspetto, mentre con Toprak ci siamo concentrati maggiormente sui nostri punti deboli. Tutto questo è dimostrato dal fatto che tutti i piloti della casa hanno beneficato dei nostri progressi, infatti siamo saliti sul podio anche con altri piloti. Questo percorso è la dimostrazione che non è un rischio seguire le indicazioni di un pilota forte”.
 
Quali sono le state le modifiche più importanti che avete apportato alla moto nel corso dell’anno?
 
“Ovviamente non posso scendere nei dettagli, ma posso dire che i passi avanti più evidenti li abbiamo compiuti in ingresso di curva, quando si rilasciano i freni e si cerca il punto di corda. In accelerazione eravamo già forti, così ci siamo concentrati su questo aspetto”.
 
Dall’esterno l’approdo di Toprak in BMW è sembrato simile a quello di Valentino Rossi in Yamaha, perlomeno in termini di impatto. Sei d’accordo?
 
“Non è questione di essere o meno d’accordo, piuttosto credo che la situazione sia diversa, dato che Toprak è arrivato quest’anno ma già dalla passata stagione BMW aveva iniziato a ristrutturare il progetto SBK, dopo aver capito che fino al 2023 qualcosa non aveva funzionato. La moto è cambiata tanto dall’anno scorso, quindi ci siamo preparati al cambiamento, e la firma di Toprak ha rappresentato l’ultima pezzo del puzzle. Ora abbiamo tra le mani una combinazione che funziona, ma onestamente il nuovo corso di BMW era già iniziato: Toprak ci ha aiutato a provare la bontà di questo”.