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Ad Aragon anticipo di gara

Si sono conclusi ieri i test ad Aragon, pista spagnola che ospiterà il prossimo round del Mondiale SBK (1 luglio). Programati per due giorni, il 19 e 20 giugno, si sono praticamente ridotti a uno solo, il secondo, per via del maltempo.

Inizia la seconda parte della stagione, dunque le prove hanno impegnato diversi piloti di vertice. Erano presenti Aprilia (Biaggi, Laverty e il tester Hofmann), ParkinGO (Davies), BMW Motorrad (Melandri e Haslam), BMW Motorrad Italia GoldBet (Fabrizio e Badovini), Kawasaki Racing (Sykes e Baz) e Fixi Crescent Suzuki (Hopkins e Camier).

«90 giri miglior tempo 58.80. Abbiamo lavorato su set-up sospensioni e geometrie. Prove di freno motore ma non buono» la sintesi è dello stesso Max, che l’ha postata su Twitter.

IL miglior tempo di Laverty è stato 1’59”4. Nessuna gomma da tempo, assicurano dalla squadra, solo moto in configurazione gara (il record della pista 1’58”862 appartiene a Checa).

La BMW non ha fornito tempi, ma le sensazioni di Marco Melandri sono positive: «Abbiamo lavorato duro per condensare il programma di due giorni in uno solo, ma sono soddisfatto perché credo che abbiamo trovato buone soluzioni. Credo che la gara andrà bene, anche se molto dipenderà dalle condizioni atmosferiche».

I due piloti della BMW Italia hanno svolto un lavoro differenziato. Ayrton Badovini ha passato in rassegna le nuove componenti messe a disposizione del team ed al tempo stesso ha cercato un set-up di base convincente in vista del week-end di gare, riuscendo inoltre a girare con gomma da qualifica. Michel Fabrizio si è invece concentrato sulla messa a punto della BMW S 1000 RR per trovare feeling con l’anteriore della moto, utilizzando solamente coperture da gara. In questo caso ci sono anche del tempi: Badovini 1’58”70 - Michel Fabrizio 1’59”8.

Una caduta, ma senza conseguenze per Baz, il pilota che ha sostituito Lascorz sulla Kawasaki: lui, che deve prendere confidenza con la moto ha girato più di tutti. «Abbiamo provato soprattutto diversi tipi di gomme - ha spiegato l’altro pilota in verde, Tom Sykes - oltre a una lunga lista di nuovi componenti. Abbiamo lavorato molto e sono soddisfatto».

E per quanto riguarda la Suzuki, John Hopkins ha spiegato che «abbiamo lavorato molto sull’elettronica, c’erano parecchie novità da provare, dunque non ci saimo concentrati a cercare il tempo, ma a raccogliere dati».