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MotoGP, MXGP: Capirossi-Cairoli. i debutti Ducati | Quella (S)volta Che

© Getty Images

Il 17 agosto 2024 è una data che potrebbe diventare storica per la Ducati, specialmente se nei prossimi anni dovesse conquistare titoli mondiali nel Motocross, dopo l’abbuffata in MotoGP e Superbike. Nel primo turno di libere, ad Arnhem (Paesi Bassi), Tony Cairoli ha ottenuto il 12° tempo della MXGP a 2”886 da Jeffrey Herlings (KTM). Tre ore dopo nelle cronometrate il siciliano si è migliorato di tre secondi e otto decimi ma è sceso al 14° posto e il suo ritardo da Jorge Prado (GASGAS) è salito a 3”647.

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I debutti Ducati: Capirossi e Cairoli


Decisamente meglio è andata la manche di qualifica, con il nove volte iridato settimo al traguardo, a 33”712 da Glenn Coldenhoff (Fantic), dopo aver occupato la quarta piazza nei primi quattro giri. Settimo, il ducatista lo è stato anche nella graduatoria dei migliori giri della manche, a 2”333 da Romain Febvre (Kawasaki). In Gara 1 Cairoli è giunto 15° a un minuto e 46 secondi da Herlings, ma il suo miglior giro è stato soltanto il 21°, a 7”390 da Prado, a 5”659 da Herlings e 5”637 da Tim Gajser (Honda). In Gara 2 Cairoli si è ritirato quando era nono, ma il suo miglior crono è stato il sesto, appena 86 millesimi sopra quello di Romain Febvre (Kawasaki), a 3”065 da Prado. Il bilancio appare positivo, anche se probabilmente la Ducati, abituata a dominare, si aspettava qualcosa di meglio.

D’altro canto, quando debuttò in MotoGP, nel 2003, mostrò subito di che pasta fosse la Desmosedici. L’esordio in un GP avvenne il 4 aprile, a Suzuka (Giappone). Dopo quattro minuti e 37 secondi delle libere Loris Capirossi passò in testa alla classifica dei tempi. La gioia dei ducatisti durò due minuti e sei secondi, necessari a Max Biaggi (Honda) per portarsi al comando. L’imolese tornò in testa dopo tre quarti d’ora ma fu poi scalzato da Valentino Rossi, all’ultima stagione con l’Ala Dorata. Nel finale però Capirossi riuscì ad abbassare il tempo del Dottore di 28 millesimi, sfuggendo all’ultimo assalto del campione in carica. A fine turno, il primo in MotoGP, la Ducati capeggiava la classifica con quattro Honda alle calcagna. Sesta la prima Yamaha con Alex Barros, distanziato di 735 millesimi. Settima l’Aprilia con Noriyuki Haga, lontano un secondo e 163 millesimi. Soltanto nona la prima Suzuki, con John Hokpins attardato di 1”276. Capirossi fece segnare anche il picco di velocità con 313,6 km/h mentre Troy Bayliss (autore dell’11° tempo) con la moto gemella si “limitò” a 307,3 km/h, comunque superiore alle top speed di Yamaha e Suzuki. Nel primo turno di qualifica però entrambe le Ducati scivolarono indietro: Bayliss tredicesimo a 2”309 da Valentino e Capirossi quindicesimo a 2”487, nonostante velocità quasi identiche ai migliori.

Con il bagnato e soli nove gradi sull’asfalto, nelle seconde libere Bayliss fece valere lo spirito di adattamento concludendo secondo a 338 millesimi da Rossi mentre Capirossi fu decimo a due secondi e mezzo. Il maltempo continuò a imperversare e la griglia non cambiò più. In gara però Capirex fu autore di uno scatto fenomenale e per i primi quattro giri restò davanti a tutti, salvo concludere terzo dietro Rossi e Biaggi, per un podio tutto italiano, mentre Bayliss chiuse quinto. Quel giorno soltanto le Honda precedettero i prototipi bolognesi e fu quindi evidente che la prima vittoria sarebbe stata soltanto questione di settimane (per la precisione dieci).

Nel Cross, per aspirare al successo la Ducati dovrà vedersela con il Gruppo KTM, tre marchi giapponesi e la Fantic. Avversari che renderanno più difficile l’eventuale successo. Ma altrettanto gratificante.

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