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Il trionfo di Lotte Van Drunen | Io Guido da Sola

© Matitaccia

Vincere un Mondiale, di qualunque categoria si tratti, è un’emozione unica. Se poi il titolo è accompagnato da un record, diventa ancora più esaltante. È il caso della giovanissima Lotte Van Drunen, che a soli diciassette anni e ventinove giorni è riuscita a vincere il mondiale Motocross femminile, il WMX, al suo secondo tentativo. La storia di Lotte è quella tipica della bambina prodigio che riesce in tutto quello che fa: storie che non sempre procedono in modo lineare e magari le “promesse” di gioventù non diventano realtà.

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Lotte Van Drunen trionfa nel WMX


Non è il caso di Lotte, che ha anticipato i tempi ma non si è “bruciata”. Lei, olandese biondissima e dal sorriso smagliante, con un viso pulito quasi da cartolina ricordo dei Paesi Bassi, è riuscita a battere rivali come Daniela Guillen, Lynn Valk e Kiara Fontanesi, alla quale ha anche strappato il primato di iridata più giovane (l’emiliana aveva vinto all’età di diciassette anni, cinque mesi e nove giorni) con un totale di 282 punti, quattro in più di Guillen, che con lei ha lottato per l’intera stagione. “Non ci credo ancora – ha esultato Lotte – sono così giovane! Abbiamo lavorato duramente per questo. È incredibile. Voglio ringraziare mio padre, che è dietro tutto questo, e anche mia mamma, mio fratello, la mia famiglia, gli amici e il mio team. I sogni si possono davvero avverare.

Lavoro e fatica sono stati determinanti almeno quanto l’indiscutibile talento, che da solo non basta. Ore di allenamenti nel fango e nella sabbia, gare su gare, e nel caso di Van Drunen anche nelle categorie maschili, dove riusciva ugualmente a spiccare. Quattro volte campionessa d’Olanda, terza nel 2019 nel Mondiale classe 65, e poi ancora terza nel 2021 nell’Europeo MX 85 e quindi vincitrice dell’europeo MXW. C’è stato un exploit che ha fatto capire come Lotte fosse un talento puro, di quelli con un destino pressoché già scritto: nel 2022 partecipò all’ultimo round della FIM WMX in Turchia, correndo in sella a una 125 mentre le sue colleghe del Mondiale gareggiavano con le 250.

Nonostante il gap tecnico e quello di esperienza, arrivò settima. Se in quel weekend era bramosa di iniziare, oggi vuole ripetersi. Perché un Mondiale non basta mai a chi ha fame e tempo. Lotte sorride (come nelle migliori pubblicità delle gomme da masticare) con la sua medaglia d’oro su una mano con tanto di manicure fatta per l’occasione e la targa di campionessa del Mondo nell’altra. Non una piega, non un filo di stanchezza sul suo viso. Merito della giovane età. Da invidiare, insieme al suo talento.

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