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L'Isola d'Elba | Giri e Gare

Gli Antichi Greci la chiamavano Aithalia, “fuliggine”. Già diversi secoli prima di Cristo, infatti, gli Etruschi vi estraevano grandi quantità di ferro da un minerale che sull’isola si trova ovunque: l’ematite. Ed era tale l’attività siderurgica dei forni che la fuliggine generata rapiva l’attenzione dei naviganti di passaggio.

L’Elba è la terza isola italiana per dimensione. Un luogo unico che, a meno di un’ora di traghetto dal porto toscano di Piombino, catapulta chi vi giunge in un universo parallelo, tra panorami sorprendenti e strade che sono un’istigazione continua a sperimentare angoli di piega iperbolici. La prima parte dell’itinerario prevede l’esplorazione della costa ovest attraverso il cosiddetto “anello occidentale”, una strada litoranea di circa 45 km che disegna un eccitante cerchio, sospeso tra mare, cielo e impervie scogliere. Il consiglio è di percorrerlo in senso antiorario partendo da Procchio, con la famosa spiaggia della Paolina e la terrazza panoramica di Redinoce.

Nella terra degli Etruschi | Giri e Gare

L'Elba


La prima tappa, dopo qualche chilometro, è Marciana Marina dove scoprire il caratteristico borgo marinaro del Cotone: un pugno di case dai colori pastello aggrappate a un blocco di granito che si affaccia su una minuscola baia. Con il mare alle spalle, la provinciale 25 si arrampica in quota in un susseguirsi di curve tra i boschi, fino al paesino di Marciana dalla cui celebre terrazza si domina il tratto di costa sottostante. Dominato dalla Fortezza Pisana del XII secolo, Marciana è un piccolo borgo medievale attraversato da tipiche scalinate strette tra i palazzi.

Poco oltre, è la costa a tornare protagonista. Più esattamente quella rocciosa e scoscesa della Costa del Sole, che tra calette e scogliere a strapiombo arriva a Marina di Campo. Qui, un rapido saluto alla caratteristica torre dell’XI secolo alta 25 metri e, lasciato l’anello occidentale, si procede lungo la bella strada che scavalca il Passo del Monumento alla volta di Lacona. L’improvvisa veduta sulla baia tagliata in due da Capo Stella è commovente. Si avanza tra fitte distese di pini marittimi fino a Capoliveri, borgo fortificato di antiche origini posto in posizione strategica tra i “due mari” (quello di Meridione e quello di Ponente). Il centro storico, tra pittoresche piazzette, negozietti di artigianato e belvedere, conserva l’aspetto medievale. Nei dintorni, la spiaggia dell’Innamorata è il luogo ideale per un tramonto romantico. Ripresa la strada, l’elegante Porto Azzurro, poco distante, si trova ai piedi del promontorio sormontato dal Forte Longone.

Il fascino dell'Isola d'Elba


Una località che rapisce con le piccole case dai colori pastello che incorniciano il porto le stradine in salita e i mille scorci fino all’animata piazza Matteotti, cuore della mondanità elbana. Puntando le ruote verso nord, lungo il versante orientale, si conquista Rio Marina, la cui storia è legata a quella del vecchio distretto minerario per l’estrazione del ferro. Qui è il colore rossastro dell’ossido ferroso a tingere ogni cosa; in particolare le antiche abitazioni, alcune realizzate all’interno di vecchie miniere. Da non perdere il Parco Minerario dell’Isola d’Elba, mentre una breve deviazione raggiunge il Castello di Volterraio, a 394 metri d’altezza: la più antica fortificazione dell’isola che profonde – neanche a dirlo – vedute semplicemente emozionanti. Conosciuta come “Fabricia” in epoca romana, la tappa che conclude il giro è la cittadina di Portoferraio, il capoluogo dell’Elba, “circondato” dalla Fortezza Medicea che lo sovrasta.

La Villa dei Mulini, sulla vetta panoramica, un tempo era il luogo adibito alla vita pubblica di Napoleone, che all’Elba trascorse un periodo di esilio di circa 10 mesi nel 1814; mentre la Villa San Martino, poco lontano, era la sua dimora di campagna. Così affascinante è il centro storico di Portoferraio, con il suo aspetto fortificato rinascimentale voluto da Cosimo I° dei Medici, che meriterebbe una trattazione a parte. Uno splendido luogo in cui perdersi prima di ritrovare la terraferma.

Bellezze infinite tra Lazio e Abruzzo | Giri e Gare