Carsoli, in provincia dell’Aquila, è il luogo perfetto da cui iniziare questo giro ad anello nel cuore del Centro Italia. Nel mirino due laghi laziali, il Turano e il Salto, circondati da un territorio dalla bellezza allo stesso tempo dolce e aspra, e attraversato da strade che regalano grande piacere di guida. Si parte imboccando la SP34 Turanense alla conquista del primo dei due, il Lago del Turano. Un bacino artificiale, in cui la natura e la mano dell’uomo si sono unite per creare angoli di assoluta bellezza.
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Tra il Turano e il Salto
Due sono i centri che si sono sviluppati sulle sue sponde, tra spiaggette e insenature idilliache: Colle di Tora, con la posizione idilliaca, e Castel di Tora, che ne sorveglia le acque dall’alto. Il primo rapisce per le abitazioni morbidamente “distese” sulla penisola che infilza le acque azzurre del lago. Il secondo è un borgo medievale fatto di vicoli acciottolati, archi, ripide scale, scorci sublimi e passaggi stretti. I più avventurosi non devono farsi sfuggire i ruderi del Castello del Drago, in cima a uno sperone roccioso di forma conica in mezzo al lago. Ai suoi piedi, si possono visitare i suggestivi resti dell’antico villaggio di Antuni. Detto anche “Castrum Antoni” è uno dei luoghi abbandonati più affascinanti della penisola. Oltre alla bellezza del luogo, parte del motivo risiede nella tragica vicenda che ne decretò l’improvviso abbandono: al culmine di una storia secolare, nel 1944 fu bombardato per l’errore di un pilota di caccia. Ne uscirono danneggiate numerose abitazioni, nonché il Castello e molti edifici religiosi. L’abbandono fu inevitabile.
Oggi, però, una sapiente opera di restauro ha riportato al suo antico splendore questo borgo medievale, da scoprire attraverso interessanti visite guidate. Si lascia il Turano per scavallare i monti verso il Lago del Salto. Prima, però, immancabile è una sosta a Rocca Sinibalda, adagiata su un colle a 552 metri d’altezza, tra il Cicolano e la Sabina. Qui è protagonista l’imponente Castello Sforza-Cesarini, uno dei più affascinanti e misteriosi castelli italiani, risalente all’anno Mille e Monumento nazionale dal 1928. Ma a regalare suggestioni medievali da vera macchina del tempo, tra antiche chiese e palazzi nobiliari, è l’intero borgo. Dopo la vorticosa salita e una serie di curve in picchiata, eccoci al cospetto del Lago del Salto. Siamo nei territori del Cicolano, tra i monti Navegna e Cervia a sud, e il Nuria a nord. Il Salto, oltre a essere il bacino artificiale più grande del Lazio, è anche uno dei luoghi più selvaggi e defilati dell’intera regione. Per compiere il suo periplo, si devono percorrere quasi 60 km di curve senza sosta. Il cui fulcro è l’imponente diga alta 90 metri sul versante nord. Va da sé che completare il giro è un imperativo categorico. Tra piccoli borghi tutti da scoprire – alcuni lungo le sponde, altri arroccati su scoscese pareti di roccia – e un’incredibile varietà di scenari, la cosa che più colpisce di questo luogo è il numero di insenature e “fiordi” che si incontrano.
Turano e Salto, Lazio e Abruzzo
Arriva il momento di rientrare a Carsoli. Un veloce trasferimento lungo la regionale 578 prima di imboccare la provinciale 26 in direzione Pescorocchiano, ed eccoci di nuovo al cospetto di un Appennino defilato e poco conosciuto, dai magnifici scenari naturali, tra fitti boschi di castagno. Il paesino di Pescorocchiano – il cui nome significa “luogo alto e ripido” – sorge non a caso su un costone roccioso, poco distante dal fiume Salto. Più avanti, al confine tra Lazio e Abruzzo, Tufo di Carsoli figura nell’elenco dei luoghi FAI. Un borgo dal passato antico ricco di preziosi palazzi ed edifici religiosi.
Dal 2016 è diventato il centro di un progetto di street art, “Intonaci”, che vede molti artisti (locali e non) realizzare particolarissimi murales che danno vita a un vero museo a cielo aperto. Ancora qualche chilometro e l’itinerario si chiude con il rientro a Carsoli.
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