La prima, storica stagione del WorldWCR, serie iridata al femminile nata quest’anno e disputata nel contesto del mondiale Superbike, è andata in archivio con l’epico finale di Jerez de la Frontera. Dove la spagnola Ana Carrasco si è laureata campionessa del Mondo per la seconda volta in carriera – dopo esserci riuscita in Supersport 300 nel 2018 – in seguito a un fantastico duello tutto iberico con Maria Herrera.
A rendere particolarmente emozionante il weekend finale è stato anche il ritorno in pista di Mia Rusthen, la cui caduta nel round inaugurale di Misano ha segnato la stagione. La ventiduenne norvegese è finita in coma facendo temere il peggio, con grandi incertezze a proposito di un suo recupero fisico. Un recupero che, fortunatamente, sta procedendo: Mia è tornata a camminare e il suo ritorno all’interno del paddock in occasione dell’appuntamento andaluso le ha permesso di ricevere l’affetto delle colleghe e di tutto l’ambiente della SBK. Mia ha ritrovato anche la sua Yamaha R7, e ha ribadito con forza il desiderio di vivere in simbiosi con le due ruote.
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Il ritorno di Mia Rusthen nel paddock
La strada verso la completa riabilitazione è ancora lunga, come ha spiegato lei stessa. “Sto molto meglio ed essere tornata nel paddock del Mondiale è stata un’emozione davvero grandissima per me. Sto portando avanti il percorso di guarigione e so che sarà una strada ancora molto lunga. Ho ricominciato a camminare con le mie gambe e si tratta già di un bel traguardo dopo tutto ciò che ho passato in questi mesi” ha detto con un filo di comprensibile commozione al fianco della sorella Sunniva, che l’ha seguita ogni giorno. “Ho sentito l’affetto e il calore di tutti i membri di questo paddock, dalle ragazze con cui ho condiviso la pista agli addetti ai lavori. Sono grata alla vita: torno in Norvegia per continuare la riabilitazione vicino alla mia famiglia, e sono fiduciosa. Il fatto che mi dispiaccia non avere più i capelli lunghi dimostra quanto stia meglio in questo momento”.
Mia non ha alcuna intenzione di lasciarsi il mondo del motociclismo alle spalle, pur sapendo che potrebbe essere estremamente complicato tornare a gareggiare: “I medici mi hanno detto che per tornare al 100% avrò bisogno di circa un anno – ha spiegato – ma la determinazione e la voglia di tornare in forma non mi mancano. Il mio primo pensiero continua a essere la moto e sarebbe incredibilmente bello poter tornare in sella un giorno, ma se ciò non fosse possibile resterò comunque all’interno di questo mondo in qualche modo, magari fondando una mia squadra e svolgendo il ruolo di team manager. Si tratta dell’ambiente che amo e che non lascerò mai totalmente, anche per merito della mia famiglia, che continua a supportarmi, permettendomi di inseguire il mio sogno anche dopo tutto quello che è successo”.
Quel sogno ha rischiato di spezzarsi proprio nel giorno del debutto iridato, con la caduta all’ultima curva di Misano. “A essere sincera, posso parlare dell’incidente basandomi soltanto su ciò che mi hanno raccontato, poiché non ricordo assolutamente nulla di quel momento e forse è meglio così” ha concluso. “Mi hanno detto che è stato davvero molto violento e che sono caduta ad altissima velocità dopo aver perso il controllo della moto nella fase di frenata, finendo nella via di fuga e impattando contro le barriere. Sicuramente si è trattato di un incidente spaventoso anche vedendolo da fuori e da lì in avanti ho vissuto un periodo difficilissimo, da cui non era certo che potessi riprendermi. Ora, però, sono tornata in circuito e cammino sotto la luce del Sole: il percorso è ancora ben lontano dall’essersi concluso, ma penso che al momento sia questa la mia vittoria più importante”.
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