In Italia il Cross è divenuto davvero popolare con un certo ritardo rispetto ai Paesi nordici e all’Inghilterra. Nel Mondiale di Velocità le nostre Case vincevano titoli a ripetizione ma nel Motocross hanno impiegato più tempo per risultare competitive. Anche i nostri piloti (che inizialmente non erano molti) nelle gare internazionali non riuscivano a imporsi, anzi, in genere all’estero neanche ci andavano.
Sul finire degli anni Cinquanta la situazione andò migliorando e al Fuoristrada iniziò a interessarsi un pubblico sempre maggiore. Diversi costruttori allestirono modelli da Cross direttamente derivati dai mezzi di serie, che per tale impiego venivano dotati di sospensioni diverse e di telaio opportunamente rinforzato. Il campionato italiano 500 nacque nel 1953 e quello della 250 tre anni più tardi.
Nella classe maggiore il titolo italiano lo vinse per quattro anni consecutivi la Gilera Saturno, con un modello appositamente allestito dalla Casa. Nelle prime due stagioni della classe 250 a spiccare fu la Mondial con motore monoalbero proveniente direttamente dalla Velocità e con telaio realizzato dallo specialista Giuseppe Carrù. Nel ’57 entrò in scena la Bianchi con una versione da Cross della Tonale monoalbero (in origine di 175 cm³) che conquistò il titolo nazionale nei due anni successivi. A un certo punto, vista la crescente popolarità del Motocross, alcune Case decisero di realizzare moto specificamente progettate (motore compreso) per tale tipo di impiego. Un impegno economico non indifferente, giustificato però dal ritorno pubblicitario e di immagine.
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Le corse in Salita negli anni '60 | Tecnica