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MotoGP: il cerchio magico di Pecco Bagnaia

© Luca Gorini

Dietro un campione c’è sempre un nucleo compatto quanto prezioso, in grado di alimentare le condizioni necessarie per performare al massimo. Nei giorni scorsi, il cerchio magico è stato argomento di conversazione per due sportivi italiani al vertice mondiale nei rispettivi sport: nel caso di Jannik Sinner, il caso (fin qui gestito magistralmente) legato all’antidoping ha generato la sfiducia nei confronti del preparatore atletico e del fisioterapista. Due figure importanti nell’ascesa del tennista azzurro, tuttavia avvicendate dopo il famigerato massaggio effettuato dal “fisio” che si era applicato un farmaco proibito agli atleti su una ferita alla mano.

Nel caso di Pecco Bagnaia, il cerchio magico appare più solido che mai, e gli sta permettendo di tradurre in gara ciò che viene pianificato nel suo lato del box. Come in Austria, nel giorno dell’ingresso nella Top 10 dei piloti più vittoriosi nella classe regina accanto a Kevin Schwantz, e prima ancora al Mugello e in Qatar, dove il ducatista ha preso in fretta il comando del GP per poi gestire il ritmo e soprattutto l’usura e la pressione dei pneumatici. Un piano facile da mettere su carta, molto più difficile da applicare, a meno di non essere l’attuale Bagnaia, ricco di certezze, sicuro dei propri mezzi, perfettamente a proprio agio sulla GP24 e nel box. E che a tutto questo aggiunge anche una sfera personale che vive un momento idilliaco con il recente matrimonio con Domizia tre pianeti dell’universo Bagnaia che si sono perfettamente allineati.

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