Pecco Bagnaia oppure Jack Miller: chi, tra loro, è il pilota di riferimento della Ducati? Il veterano francese, il più giovane dei tre oppure l’esplosivo ma irregolare australiano? Di certo ci troviamo di fronte a tre profili differenti, e forse nessuno meglio di Gigi Dall’Igna può rispondere. O forse nemmeno lui. “È un interrogativo difficile, non saprei cosa replicare” ammette il direttore generale di Ducati Corse. “È chiaro che stiamo vivendo una fase in cui stiamo cercando un pilota in grado di vincere il titolo all’interno del nostro contingente. Però se mi chiedete se sia meglio avere un solo pilota in lizza per il Mondiale, oppure avere più candidati, io credo che questa seconda ipotesi sia la migliore. Più che cercare un pilota che sia in grado di lottare per il Mondiale ogni anno, l’ideale sarebbe avere più piloti davvero forti e in grado di inseguire l’obiettivo principale. Penso alla nostra formazione attuale, dai piloti con più esperienza, come Zarco, Bagnaia e Miller, ai rookie”.
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Strategia efficace, ma...
Dopo nove gare, la strategia della Ducati di cercare più candidati per il titolo si è rivelata efficace. Non è casuale che i tre piloti non al debutto sulle moto di Borgo Panigale siano giunti alla sosta nella Top 5 iridata. Certo, Fabio Quartararo guida il Mondiale con un ottimo vantaggio – 34 punti – però Zarco (secondo), Bagnaia (terzo a -47) e Miller (quinto a -56) sono in corsa. Basta un solo errore del francese, o anche soltanto che ripeta nelle due gare in Austria il disastroso rendimento avuto lo scorso anno nei GP del Red Bull Ring, ed ecco che sentirà il fiato dei ducatisti sul collo. E Borgo Panigale avrà tre opzioni invece di una.
Non è una situazione fortuita, ma è frutto di un piano attuato al momento di scegliere i piloti per i vari team. Dopo che la scalata al titolo di Jorge Lorenzo non è mai cominciata, e dopo i tre secondi posti di Andrea Dovizioso, Dall’Igna e i suoi uomini hanno deciso di cambiare mentalità. “La situazione odierna è la conseguenza del fatto che dedichiamo il massimo impegno a ciascuno dei nostri piloti” spiega l’ingegnere veneto. “Non ci siamo concentrati su un pilota soltanto, abbiamo cercato di dare una possibilità a vari piloti. Questo porta a una considerazione successiva: la moto diventa la migliore, perché viene sviluppata secondo le indicazioni di più piloti competitivi. Le indicazioni di Zarco, per esempio, possono rivelarsi utili anche per Bagnaia, anche perché non sempre il singolo pilota si rende conto delle proprie reali necessità. È così che si ottiene una moto più equilibrata con cui più piloti possono ottenere il massimo del proprio potenziale. E in questo modo abbiamo più uomini in corsa per il titolo. Anche perché abbiamo piloti davvero forti, in questo momento sono davvero contento di loro, dal punto di vista tecnico e umano”.
Zarco e Bagnaia ancora a secco di vittorie
Dall’Igna, però, sa che quanto mostrato finora non è sufficiente per fregiarsi del titolo. Con Quartararo quattro volte vincitore – contro le due vittorie del contingente Ducati – e sei volte sul podio, il tridente di Borgo Panigale deve diventare ancora più incisivo. Nelle otto occasioni in cui ha tagliato il traguardo, Zarco non ha fatto peggio dell’ottavo posto, ha chiuso quattro volte secondo ma non ha mai vinto. Anzi, in 74 GP nella classe regina, il francese non ha ancora assaporato il gusto del successo. Nemmeno Bagnaia ha trovato l’esplosione definitiva. Dopo la pole nel GP inaugurale a Losail, chiuso al terzo posto in gara, e i secondi posti in Portogallo e Spagna, Pecco sembrava proprio l’uomo che in Ducati stavano cercando: giovane, italiano, con un eccellente curriculum tra Moto3 e Moto2, al terzo anno in MotoGP sembrava pronto per l’assalto al titolo. Ma quegli auspici non si sono ancora materializzati, dato che negli ultimi cinque GP il torinese non è mai salito sul podio, e la discontinuità dell’anno passato è riapparsa.
Miller, serve costanza
Se si parla di discontinuità, però, serve riferirsi soprattutto a Miller. Dopo l’inizio difficile, anche per colpa dei problemi all’avambraccio, sono arrivate le due vittorie consecutive a Jerez e Le Mans. La Ducati gli ha rinnovato il contratto, sognando di aver trovato l’erede di Stoner. E invece l’australiano è quello di sempre, capace di raggiungere vette altissime, ma anche di deludere. In queste condizioni, anche in virtù della nuova strategia Ducati, ci sono vari piloti ambiziosi in vista della seconda metà del Mondiale, ma allo stesso tempo manca un vero leader, il cavallo su cui puntare nella fase determinante della corsa al titolo. Chi dei tre è il candidato più credibile? Non lo sappiamo, e se lo sapessimo con certezza, forse la Ducati pagherebbe un buon prezzo per questa informazione...
Zarco ha saputo sopperire ai propri limiti con l’esperienza, sinonimo di costanza di rendimento. Ha pagato soltanto un eccesso di foga in Portogallo, ma è stato l’unico errore. Il francese trasmette la chiara sensazione di chi sa perfettamente che non è ancora il momento di giocare il tutto per tutto. Quel momento è destinato ad arrivare nelle prossime gare. Vincere un GP non potrà che garantire un effetto positivo al francese. Bagnaia ha bisogno, per prima cosa, di partire costantemente più avanti in griglia. È il problema che ha scontato a Le Mans, al Montmeló e in Germania. Un difetto che si paga soprattutto contro uno specialista assoluto del giro secco come Quartararo: partire dalla terza fila significa regalare la gara al pilota della Yamaha. Miller vede il Red Bull Ring e forse gli brillano gli occhi: lo scorso anno è salito sul podio austriaco in entrambi i GP.
La sensazione è che per Jack sarà fondamentale lo stato di forma al rientro dalla pausa. Perché abbiamo sempre avuto la sensazione che proprio questo punto costituisca l’area di miglioramento per Miller. Magari per prendersi la leadership: tra i Big 3 Ducati, è l’ultimo in classifica, pur essendo stato l’unico a vincere...
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